La cicora nfucata: origini e ricetta di un must del nostro territorio
Presente sin dalle origini dell’uomo, utile anche in ambito medico.
a cura di Massimo Peluso
La cicoria detta anche catalogna o in dialetto “cicora”, fa parte degli ortaggi più comuni che spesso si trovano sulle nostre tavole ed a cui non si riesce a rinunciare. In particolare, va propriamente detto, che la catalogna può essere considerata una varietà di cicoria, anche se nel gergo comune si tende ad equipararle.
Parliamo comunque, di una pianta facente parte della famiglia delle Asteraceae, una tra le più numerose in natura. Vive perennemente durante l’anno, adattandosi a diversi climi e tipologie di terreno, per cui si è diffusa capillarmente in tutti i continenti. Dalla pianura sino ad alture intorno ai 1000 metri sul livello marino è possibile trovarla.
Dai rilievi storici in possesso, l’unica certezza è che sia presente sul pianeta sin dalle origini dell’uomo. Il suo utilizzo non si limita al campo alimentare, ma sfocia anche in ambito medico. Infatti, si parla già delle proprietà curative di questo ortaggio negli scritti di Galeno, un medico greco che lo consigliava in quanto benefico per il buono stato del fegato e dell’apparato digerente. Persino Plinio il Vecchio menziona questa pianta e ne deduce l’origine antichissima.
Ancora oggi, non sappiamo esattamente l’etimologia del termine “cicoria”. Probabilmente è possibile che derivi dal greco ed adottato in seguito dagli arabi, altri grandi apprezzatori della catalogna. La Puglia è uno dei maggiori produttori e consumatori della cicoria. Può vantare delle varietà tipiche come le puntarelle molfettesi e di Galatina, le quali danno quel gusto acre, ma corposo, alle nostre insalate miste.
Dal punto di vista nutrizionale, la catalogna presenta grandi varietà di sali minerali, quali potassio, fosforo e ferro, oltre a vitamine del gruppo B e C. Numerose le proprietà, che la rendono utile per facilitare l’attività diuretica e digestiva del nostro corpo.
La classica ricetta della “cicora ‘nfucata”.
Infine, proponiamo una delle ricette più semplici e popolari legati alla cicoria, ossia la cicoria stufata o “cicora ‘nfucata”, come amano dire le nonnine. Per la preparazione, basta lavare i cuori e le foglie di qualche puntarella galatinese. Poi farle cuocere con pochi centimetri d’acqua in padella, schiacciate con un piatto piano.
Terminata la cottura, togliere l’acqua in eccesso ed aggiungere olio, sale grosso e dello scalogno (“Lu spunzale”). Lasciare cuocere ancora qualche minuto a fuoco lento e le nostre cicore ‘nfucate sono pronte ad accompagnare una bella fetta di pane di grano.