Don Bosco e i ragazzi, un amore divino
a cura di Vittorio Polimeno
Particolarmente cara agli ambienti oratoriali è la figura di San Giovanni Bosco, ma pochissimi ne conoscono la storia. Oggi ci basta sapere che Don Bosco era amato dai suoi ragazzi, e quindi è lecito chiedersi il perché di tanta simpatia.
Il motivo è semplice, egli non si limitava a catechizzare un gruppo di ragazzi; ogni momento della sua vita, ogni gesto della sua esistenza, ogni parola che proferiva era emanazione di un amore divino. Sapeva leggere i cuori e, non ultimo aveva la straordinaria capacità di tradurre in pratica ciò che molti riescono solo a “blaterare”.
Don Bosco che insegnava la carità pratica ai ragazzi.
Era un uomo dalla “carità pratica” e aveva realizzato che per essere uomini di fede bisogna prima di tutto essere veri, di parola, leali. La gioventù, a differenza di ciò che pensiamo noi adulti, è molto esigente in questi termini e perciò ci risulta difficilissimo trovare un punto d’incontro.
Per capire la grandezza di quest’uomo basta pensare un attimo a come sarebbe la nostra esistenza senza un momento di “privacy”, forse non riusciremmo a resistere nemmeno un’ora! Lui viveva con e per i suoi ragazzi senza riserve; con loro condivideva tutto, dalle cose più semplici a quelle più complesse come imparare un mestiere, studiare o lavorare. In poche parole non si perdeva in chiacchiere e noi, società di chiacchieroni, potremmo prendere esempio da un uomo così.
San Giovanni Bosco e San Domenico Savio: l’incontro. – N. d. R.
Ma un’anima così speciale come Don Bosco, attento ai suoi ragazzi, poteva non notare un giovanissimo Domenico Savio? L’incontro avvenne il 2 ottobre 1854 all’interno del cortile della Casetta dei Becchi. Parlarono tanto e Don Bosco capì immediatamente che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale. Decise di portarlo con sè a Torino per farlo studiare. Giunse a Valdocco, dove era l’oratorio e lì iniziò a crescere e a maturare in santità.
E il giorno dell’onomastico San Giovanni Bosco chiese in maniera divertita ai ragazzi di scrivere un biglietto, con il regalo che avessero desiderato. La risposta di Domenico Savio “Mi aiuti a farmi santo“, fu emblematica e Don Bosco gli indicò la via da seguire. Preghiera, studio, carità e soprattutto allegria. Di lì a poco fondarono insieme la Compagnia dell’Immacolata nel 1856.
Ma nel febbraio dell’anno seguente San Domenico si ammalò gravemente, per poi morire il 9 marzo 1857. Con l’aiuto e la guida spirituale di Don Bosco risulta il più giovane Santo della Chiesa, non sottoposto al martirio.