Porto Cesareo Calcio 1964 – ’65
Inizia da qui il cammino della formazione Cesarina. E il simbolo ufficiale diventa quello dei Delfini.
a cura di Alessio Peluso
Alcuni anni dopo e siamo nella stagione 1964 – ‘65, nasce ufficialmente l’Associazione Calcio Porto Cesareo, che sceglie come simbolo ufficiale “I Delfini”. La prima maglia ha il colore azzurro, pantaloncini bianchi, calzettoni azzurri; la seconda divisa ha invece la maglia bianca con una linea trasversale azzurra; infine la terza maglia, sempre di colore bianco ha una linea orizzontale azzurra.
Il primo presidente divenne Cosimo Zecca, colui che forniva le divise alla squadra. All’interno della società ruoli di primo piano per Antimo Rizzello e Cosimo Rizzello, indaffarati in particolare nella manutenzione e cura del campo, oltre che seguire con attenzione le vicende della squadra.
Non vi era una sede ufficiale, ragion per cui, l’allora “Bar Sport da Antimo” ed “Eden Bar”, sempre del medesimo proprietario, divennero con il passare del tempo i punti di ritrovo. In particolare al Bar Sport si tenevano riunioni tecniche abbastanza accese sull’andamento della squadra in Terza Categoria; si dibatteva sulle risorse disponibili per finanziare la rosa, si festeggiava dopo qualche successo importante e si cercava di programmare al meglio la stagione.
Gli allenamenti erano fissati ogni martedì e giovedì. In genere nel primo giorno ci si concentrava sulla parte atletica e fisica, mentre nella seduta di allenamento successiva, precedente al match, si disputava la più classica delle partitelle infrasettimanali. Ci si preparava in questo modo all’appuntamento della domenica pomeriggio alle 15, quando bisognava scendere in campo.
I sostenitori più accesi del neonato Porto Cesareo calcio sono ovviamente i pescatori.
Gli spalti che disponevano di alcune scalinate risultavano generalmente pieni, senza dimenticare coloro che assistevano al match da dietro la rete esterna; i più esagitati invece, si arrampicavano sui muri presenti ancora oggi, incitando la squadra da una posizione molto elevata.
La folta cornice di pubblico era rappresentata perlopiù da pescatori. Gran parte disposti in molte occasioni a rinunciare alla cosiddetta giornata lavorativa, pur di sostenere in ogni modo la squadra. E anche se il salto all’indietro è enorme, grida, qualche bestemmia, proteste veementi, entrate dure sugli avversari ed esultanze, caratterizzavano il calcio di allora, rendendolo vicino a quello di oggi.
Il film più ricorrente erano i polveroni di terra che si alzavano in compagnia delle pietruzze. Di conseguenza era impossibile tornare a casa senza qualche scoria sul corpo e sulle ginocchia. Il pubblico rappresentava una delle poche alternative di autofinanziamento. Vi era sempre un incaricato nel raccogliere le offerte, fondamentali nel sostenere le spese societarie.
In particolare, l’organizzazione delle trasferte non era mai semplice; tra macchine da mettere a disposizione ed accordi da prendere in anticipo con le varie società, al fine di capire con quale divisa scendere sul terreno di gioco. Generalmente, i vari raggruppamenti dell’allora Terza Categoria non prevedevano viaggi lunghissimi, date le difficoltà oggettive negli spostamenti.
Nell’immagine in alto una delle prime foto ufficiali. Probabilmente non tutti i giocatori erano presenti al momento dello scatto fotografico. Si può notare in alto la scritta 1964/65. Foto concessa dal compianto Antonio Martina.