Cappella di Santa Maria delle grazie
Si trova nella chiesa matrice di Campi Salentina, una cappella gotica intitolata a Santa Maria delle Grazie. Risale a prima del ‘500.
a cura di Vanessa Paladini
All’interno della cappella gotica precinquecentesca della chiesa matrice Santa Maria delle Grazie di Campi Salentina, si nota un gruppo di profeti affrescati nell’intradosso dell’arco e sulle vele dell’edificio. Tali Profeti, attraverso appositi cartigli, si rivelano un esempio di prolessi che presupporrebbe la continuazione del ciclo con le Storie di Cristo.
Nella vela centrale, a fare da sfondo architettonico, vi è una Città bastionata immersa nel blu di una notte stellata. Secondo Sergio Ortese, richiama, nella visione d’insieme, quello delle Storie di Maria nella chiesa di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina.
Due imponenti porte urbiche sono presiedute da due Profeti. Il primo, forse Daniele – secondo A. Cassiano-, affrescato sulla porta sinistra, indica con la mano destra un cartiglio con la profezia del martirio di Cristo; poco più a destra, Isaia, che preannunziò la morte di Cristo.
Integre sono poi le figure di Michea e Balaam, accompagnati dal rispettivo titulo (MICHEAS e BALAAM) riferibili, secondo lo studioso, al Maestro del Trittico. Sotto un muro contrafforte e attraverso un’apposita finestrella ricavata dai restauratori si disvela un panneggio e uno spicchio di Città bastionata, simile a quella ospitante Daniele e Isaia. Fa pensare alla presenza di altri Profeti e alla prosecuzione del programma iconografico.
L’immagine di un profeta con maestranze diverse.
Poco al di sotto, nell’arcata di raccordo con la vela, si osserva infatti l’immagine sbiadita di un Profeta dal volto contratto. Capelli grigi e barba tondeggiante, intento a svolgere una rotula oramai privo di iscrizioni. Come suggerisce Francesco Abbate, si tratta di una mano diversa da quella sinora presa in esame; forse opera di collaborazione tra maestranze diverse, attive in un contesto unitario.
Come termine ante quem per la datazione del ciclo di Campi è stato proposto il 1446, anche in relazione all’evanescente figura di San Bernardino da Siena campita su un piedritto che, per Sergio Ortese, non è coeva al ciclo dei Profeti, ma «inserita a scasso su una pezza di intonaco sovrammessa a un affresco più antico».
Il ciclo di Campi Salentina, stando a quanto pubblicato, fu probabilmente eseguito tra il secondo e il terzo decennio del XV secolo.
Bibliografia: SERGIO ORTESE, Una rilettura della cappella Maremonti di Campi Salentina. Kronos, periodico del Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia dell’Università degli Studi di Lecce n. 13. Galatina, Congedo, 2009, pp. 23-240.