SPAZIO STORIA

Silvio Pellico arrestato: ottobre 1820

E’ il 13 di ottobre quando Silvio Pellico, tra i protagonisti del Risorgimento in Italia è arrestato.

a cura di Aurora Paladini

Gli anni della giovinezza tra politica e rivoluzione. Oltre che per le sue opere, Silvio Pellico, scrittore e patriota italiano a cui è intitolata una delle arterie principali di Porto Cesareo, è conosciuto per essere uno degli eroi del Risorgimento italiano. Dopo aver completato la sua formazione commerciale tra Piemonte e Francia, si trasferisce a Milano. Qui inizia a scrivere opere teatrali al confine tra classico e romantico.

Si immerge nelle idee liberali e patriottiche che iniziavano a circolare nei vari stati italiani quando ancora non c’era un’idea chiara di “Italia”. Si unisce, quindi, ai Federati, una delle cellule di “carbonari” (società segreta rivoluzionaria) presenti sul territorio; tuttavia, questa esperienza trova presto la sua fine poiché il gruppo è scoperto e i suoi componenti bloccati; compreso Silvio Pellico, arrestato nel 1820.

Rinchiuso nella fortezza di Spielberg scrive “Le mie prigioni”, il suo capolavoro.

Il processo a loro carico si chiude con una condanna a morte. Fortunatamente è convertita dall’Imperatore al carcere duro per 15 anni, poi diventati 9 con la grazia imperiale. Silvio Pellico è rinchiuso nella fortezza dello Spielberg, nell’odierna Repubblica Ceca. Ed è proprio tra queste mura che nasce l’opera letteraria che lo ha consacrato all’eternità: “Le mie prigioni. Pubblicata nel 1832, è una raccolta di memorie volte a dimostrare come la fede sia un supporto essenziale nella difficoltà.

Tuttavia, il suo significato etico-religioso viene presto travisato e sotterrato da un’interpretazione politica e propagandistica centrata sull’odio verso lo straniero, da cui hanno poi preso spunto i successivi gruppi rivoluzionari. Da quegli ambienti, però, Silvio Pellico si era ormai completamente allontanato, vivendo gli ultimi anni della sua vita tra insegnamento e nuove opere, come il trattatello “Dei doveri degli uomini”. 

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