Bettani il medico gentile, entrato nel cuore dei cesarini
a cura di Raffaele Colelli
Nella mattinata del 16 Agosto 2021 alle prime luci dell’alba alla veneranda età di 94 anni ci ha lasciato un grande uomo, un impareggiabile professionista. Lui, Pietro Bettani medico condotto per antonomasia, interpretando alla lettera il suo ruolo era entrato nelle case, ma soprattutto nel cuore di tutte le famiglie del piccolo borgo di pescatori.
Bello come un Dio greco, regale e fiero come un guerriero lombardo. Era arrivato un pomeriggio di settanta anni fa. In groppa alla sua vespa arrugginita e “smarmittata” aveva interrotto per alcuni minuti il silenzio perpetuo che regnava tra le vie sterrate di un invisibile paese come Porto Cesareo.
Tutti e mille abitanti si chiedevano perplessi, ma soprattutto preoccupati chi fosse quel giovanotto. Troppo alto, così strano, dalla pelle così bianca come la neve e dal ciuffo così folto di capelli che gli scendeva sulla fronte e che parlava una lingua così strana. Una lingua mai ascoltata prima di allora, totalmente incomprensibile. Alcuni supposero fosse un soldato tedesco con abiti borghesi che certamente si era perso tra le campagne salentine, ma la guerra era finita da un bel po’ di anni. Per precauzione decisero di starsene alla larga, meglio diffidare dei forestieri, per giunta stranieri, pensarono.
Bettani, medico gentile mandato dalla provvidenza.
Non immaginavano che quel giovanotto arrivato chissà da quale parte del mondo o dalla luna era stato mandato per loro fortuna dalla provvidenza. E da lì a poco avrebbe cambiato le sorti di tutti gli abitanti, compresi donne, uomini, vecchi, e bambini.
Sì, perché lui, Pietro Bettani, il medico gentile curava tutti e tutto indistintamente. A chi soffriva il mal di stomaco, chi aveva problemi di cuore, oppure l’artrosi che impediva di muoversi. A chi la notte non dormiva per colpa di un mal di denti, e ancora, la cosa più bella, a chi era pronta per il parto. Proprio così, nei casi di pronto intervento diventava addirittura ostetrico, soccorrendo le giovani purpuree. Insomma una manna giunta dal loro piccolo cielo.
Il giovane dottore entrava nelle case dei suoi amici – pazienti con la sua inconfondibile camminata placida e bonaria; la mano nella tasca e sotto il braccio l’inseparabile borsa di cuoio e tanta, ma tanta gentilezza. Perché lui era proprio così educato e gentile, era diventato davvero uno di loro, uno di famiglia. E tutti, dissipati i primi dubbi, avevano incominciato a volergli bene affidando in totus la loro salute e quella dei loro cari. In modo particolare i bambini, ai quali era particolarmente affezionato.
E se gli dedicassimo una piazza o una via?
Avevano da subito capito che si trovavano al cospetto di uno dei più grandi medici condotti che l’Italia intera potesse proporre. Non solo per la sua marcata competenza nel campo medico, ma soprattutto per la sua grande umanità. Senza alcun dubbio questo è uno dei giorni più tristi per tutti noi cittadini e non solo, consapevoli del privilegio, ma credo un po’ anche invidiati per aver avuto a disposizione per tanti anni un professionista serio e una persona speciale.
Grazie di cuore Pietro Bettani, dottore gentile, fai buon viaggio, resterai per sempre e indelebile nei nostri cuori! Sarebbe un onore se il comune di Porto Cesareo gli dedicasse una via o una piazza in memoria. Nel frattempo l’auspicio, da parte dell’intera comunità, alla nostra sindaca Silvia Tarantino e all’intera giunta comunale, per un esito positivo della nostra proposta.
Un bell’articolo, complimenti! Sei riuscito a rievocare tante memorie di quest’uomo così importante per la comunità.