La Brigata Catanzaro
a cura di Francesco Paladini
La brigata Catanzaro era un’unità militare che eccelse nei combattimenti dal luglio 1915 e composta da due reggimenti: il 141° ed il 142°. Il 26 maggio 1916 due battaglioni del 141° mantenevano la prima linea sul monte Mosciagh, sull’altopiano d’Asiago; l’altro del 142° reggimento si trovava nelle retrovie pronto a supportare, in caso di attacco, i primi due.
Nella serata, gli austriaci, approfittando di una forte grandinata, attaccarono la prima linea facendo indietreggiare i due battaglioni nelle seconde linee. La brigata, esausta dopo questo attacco, finì temporaneamente a riposo presso Santa Maria la Longa. Ma la serenità del momento finì quando girò la notizia di un eventuale ritorno in prima linea da parte della brigata stessa.
Ne conseguì una rivolta armata la sera del 15 luglio, iniziata dai soldati del 141° ed estesa anche al 142°. Solo grazie all’azione combinata di carabinieri e cavalleggeri la rivolta si placò e i soldati ribelli arrestati; i morti ammontano a 3 ufficiali e 4 carabinieri. La mattina successiva, 28 soldati ribelli morirono fucilati.
Ultimo tentativo di sommossa, poi la resa della brigata Catanzaro.
Un altro episodio avvenne nei primi di giugno, nel quale i superstiti della prima rivolta, rimandati di nuovo in prima linea, si ribellarono urlando e sparando in aria. Furono immediatamente sedati dagli ufficiali. Questo gesto seguì ad altre 10 fucilazioni sommarie. I soldati della brigata che sopravvissero anche a questa rivolta si arresero definitivamente alla corte marziale. La sentenza decretò altre 4 condanne a morte nel settembre dello stesso anno, ponendo così fine al caso della rivolta della brigata Catanzaro.
Le cause di tali rivolte furono lo scontento da parte dei soldati della brigata, generato dal prolungamento del loro impiego in prima linea. Inoltre la disparità di trattamento tra la brigata Catanzaro e le altre brigate, le quali beneficiavano di turni più agevoli, fece il resto.