Italia ai Quarti, ma che sofferenza!
a cura di Loris Peluso
120 interminabili minuti di sofferenza per tutto il popolo italiano davanti ai teleschermi e per i 1200 fortunati italiani che sono riusciti ad avere il biglietto per Wembley. Il CT Roberto Mancini, per fronteggiare l’Austria, mette in campo i soliti noti, visti nelle prime due uscite contro Turchia e Svizzera, unica eccezione il rientro di Verratti che si riprende il posto da titolare ai danni di Locatelli.
Al contrario di quelle che potevano essere le attese della vigilia, la formazione austriaca parte subito forte e mette in difficoltà gli azzurri grazie ad un’ottima proprietà di palleggio unita ad una chiara dimostrazione di personalità. L’Italia fatica a prendere le misure nel primo quarto d’ora di gara, ma dal 15′ in poi salgono in cattedra Verratti e Jorginho che mettono ordine e fanno salire i compagni.
Il possesso palla non crea troppi patemi alla retroguardia biancorossa, tranne su due situazioni estemporanee. La prima al 17′ con un tiro d’esterno destro di Barella che Bachmann respinge con i piedi e la seconda al minuto 32, con Immobile che trova spazio dai 25 metri e tira una sassata che scheggia l’incrocio dei pali e si perde sul fondo. Nel secondo tempo agli azzurri saltano i nervi, il centrocampo si sfilaccia e riviene fuori l’Austria, che al minuto 65 trova anche il gol del vantaggio con Arnautovic, rete però non convalidata dal VAR per un fuorigioco nella costruzione dell’azione. Succede veramente poco nella ripresa, visti i tanti errori tecnici, varie perdite di tempo e contrasti nel cerchio di centrocampo. Il finale è 0-0 e si va ai tempi supplementari, momento in cui i cambi del CT Mancini fanno veramente la differenza.
Italia, Chiesa e Pessina le armi in più.
L’ingresso in campo di Locatelli, Pessina e Chiesa ridà linfa vitale alla manovra azzurra e al minuto 105, a seguito di un grande cambio gioco da sinistra a destra del campo da parte di Spinazzola, proprio Chiesa mette giù splendidamente, fa sedere il centrale austriaco e da posizione defilata sulla destra trova di sinistro il pertugio giusto per sbloccare il match. Forti del vantaggio gli azzurri spingono per chiuderla e ci vanno vicini con una buona punizione di Insigne che esalta i riflessi di Bachmann.
Il 2-0 arriva per davvero pochi minuti dopo, quando al 105′ Pessina di sinistro all’interno dell’area pesca un grande diagonale sul palo opposto su cui l’estremo difensore non può nulla. Terminato il primo supplementare con due reti di vantaggio, l’Italia non riprende nel modo giusto, spreca un paio di contropiedi e crede di avere il match in mano, ma l’Austria ha il merito di non essere mai doma e riapre la gara al 114′ con un grande colpo di testa sul primo palo di Sasha Kalajdzic sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Portogallo o Belgio nei Quarti di Finale.
In qualche modo gli azzurri mantengono il risultato fino alla fine e portano a casa la qualificazione con enorme affanno. L’importante era sicuramente passare ai quarti, ma certamente non si è intravista la migliore Italia, con alcuni giocatori che hanno patito la tensione della grande sfida o addirittura si sono dimostrati poco adatti a certi livelli. Ai quarti si affronterà la vincente tra Belgio e Portogallo, però cosa certa è che campioni come quelli che posseggono queste due nazionali, non perdoneranno le disattenzioni e le amnesie che l’Italia ha messo in evidenza in questa partita. Aspettando di sapere chi saranno effettivamente i prossimi avversari, l’appuntamento è comunque per venerdì 2 luglio all’Allianz Arena di Monaco.
Le pagelle di Italia – Austria: sicurezza Spinazzola, Verratti e Barella sottotono.
a cura di Alessio Peluso
Donnarumma: 7 – L’Austria è in più occasioni minacciosa dalle sue parti, ma l’unica volta in cui centra lo specchio della porta ad inizio secondo tempo supplementare risponde presente, con un intervento prodigioso.
Di Lorenzo: 6,5 – Si fa vedere poco in avanti, tranne che per un coast to coast che per poco non si tramutava nel gol dell’anno. Diligente.
Bonucci: 6 – Prestazione attenta tra i colossi austriaci. Mezzo punto in meno per un controllo di coscia errato che poteva costare carissimo.
Acerbi: 6 – Attento nelle chiusure, compie il suo senza strafare.
Spinazzola: 7,5 – Il solito moto perpetuo, soprattutto nella prima frazione di gioco, quando tiene in costante apprensione la retroguardia austriaca. Prezioso anche nelle diagonali difensive.
Jorginho: 6,5 – L’unico a mantenere la lucidità nel centrocampo azzurro, anche nei momenti più difficili. Imprescindibile.
Barella: 5,5 – Si fa vedere con una bella conclusione nel primo tempo, poi si lascia trasportare dal nervosismo e giustamente Mancini lo sostituisce dopo l’ammonizione.
Verratti: 5,5 – Le sue doti di palleggiatore sono indiscutibili, ma il ritmo imposto dall’Austria lo rende prevedibile. Rimandato.
Insigne: 5,5 – Ha delle buone opportunità, ma ha il grosso limite di non saper usare allo stesso modo entrambi i piedi. Da lui ci si attende molto di più.
Berardi: 5,5 – Nelle prime due gare era stato l’arma in più. Con l’Austria spesso perde l’attimo fuggente per far male. Sottotono.
Immobile: 6,5 – A differenza delle gare precedenti riceve meno assistenza dai compagni di reparto. Lui però non si abbatte, si danna l’anima e colpisce un clamoroso incrocio dei pali. Guerriero.
Chiesa: 8 – L’Italia intera gli chiede un miracolo, lui ci regala un capolavoro. E’ l’uomo decisivo con il gol che sblocca la partita.
Pessina: 7 – Continua la favola dell’uomo lanciato dall’Atalanta di Gasperini. Suo il gol del raddoppio; non solo dà vivacità a tutto l’attacco azzurro.
Locatelli: 6,5 – Entra in un momento delicato con l’Italia in affanno e trova subito una buona iniziativa con un tiro a giro. Affidabile.
Belotti: 6,5 – Si batte come un leone tra i colossi austriaci e riesce a dar respiro alla manovra, tenendo palloni importanti. Gladiatore.
C. T. Mancini: 7 – Primo vero test match sulla panchina azzurra e il tecnico dimostra la sua personalità togliendo i titolarissimi Barella e Verratti, dando nuova linfa al centrocampo. Tardivo l’ingresso di Chiesa.