L’annunciazione di Catalano
a cura di Vanessa Paladini
All’interno della chiesa della Presentazione della Beata Vergine Maria di Specchia è conservata l’Annunciazione dell’artista gallipolino Gian Domenico Catalano (1560-1627). L’olio su tela del pittore è datato 1614 e ha un impianto compositivo consueto, con la Vergine all’inginocchiatoio e l’angelo annunciatore con l’indice destro rivolto verso l’alto. L’angelo è al centro della composizione, divenendo fulcro spaziale e simbolico.
È raffigurato con vesti mosse dal vento, sospeso in piedi su una nuvola, mentre nella mano sinistra trattiene un giglio terminante con tre fiori (simboli della triplice verginità di Maria). La Vergine non sembra turbata dalla sua presenza, ma rimane in ginocchio con le braccia incrociate sul petto e il capo chino dinanzi al mistero dell’incarnazione. L’elemento che governa la composizione è la luce, proiettata dalla colomba dello spirito santo, che illumina anche le coppie di angeli musicanti che dividono in due la scena.
Davanti ai due gradini del piedistallo della Vergine sono ritratti i committenti che rendono lode, onore e gloria a Dio (TIBI SOLI DEO LAUS HONOR, ET GLORIA). L’uomo reca anche una corona in mano, simbolo della futura assunzione corporea della Vergine. L’attenzione riservata ai particolari, come gli strumenti musicali degli angeli, gli spartiti che essi sostengono, i due segnalibri del messale, derivano da conoscenze fiamminghe del Catalano, le cui influenze si rivelano proprio nelle annunciazioni. L’utilizzo di colori pastosi e intensi evidenzia il legame tra cultura e arte, profondità interiore e bellezza esteriore, in un gioco di realismo e sublimazione quasi perfetto.
Nell’immagine sopra è impossibile non rimanere abbagliati dall’Annunciazione di Gian Domenico Catalano.