Cinque Maggio: storia e poesia
a cura di Paolo Galignano
La Storia e la Poesia, con le iniziali maiuscole, si fondono magistralmente nel componimento poetico del “padre” dei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni: il cinque maggio. Colpito dalla morte di Napoleone Bonaparte, Manzoni compose in soli tre giorni questa ode all’imperatore di Francia, morto il 5 maggio 1821. Non esaminerò l’intero carme, ma, attraverso alcuni versi, parlerò della vita e della morte del personaggio storico più importante del diciannovesimo secolo: Napoleone Bonaparte.
Cinque Maggio: storia e poesia
“Ei fu. Siccome immobile dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta”. Dalla prima strofa si comprende l’importanza storica di Napoleone e di come la sua vita militare e politica abbia influito sul corso della Storia: le guerre napoleoniche rappresentarono una frattura degli equilibri geopolitici europei. Equilibri ripristinati con il Congresso di Vienna del 1815, che dette il via alla cosiddetta Restaurazione.
“Dall’Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno, di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno; scoppiò da Scillaal Tanai, dall’uno all’altro mar”. Questa strofa glorifica le grandi imprese e conquiste di Napoleone, che creò un impero da far invidia e spavento agli altri grandi imperi e potenze europee: l’impero Asburgico (Austria-Ungheria), il Regno Unito, la Prussia e la Russia degli zar.
“Due volte nella polvere, due volte sull’altar”. Concludo con questi due versi. La prima volta “nella polvere” fu dopo la disastrosa campagna di Russia del 1812 e la sconfitta nella battaglia di Lipsia l’anno dopo, che lo portò al suo primo esilio sull’isola di Sant’Elba nel 1814. La seconda volta fu la battaglia di Waterloo del 18 giugno 1815 e il definitivo esilio sull’isola di Sant’Elena. La prima volta “sull’altar” fu la sua incoronazione a imperatore di Francia il 2 dicembre 1804; la sua seconda volta furono i famosi cento giorni, intercorsi dalla sua fuga da Sant’Elba alla sua definitiva sconfitta.