Il generale Dalla Chiesa
a cura di Paolo Galignano
Una calda sera di settembre di 27 anni fa, il terzo giorno del mese, nella bellissima Palermo, il generale dell’Arma Carlo Alberto Dalla Chiesa trovò la morte per mano della mafia; rimase vittima di un attentato mafioso, nel quale persero la vita anche sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.
Il Generale Dalla Chiesa
Il 30 aprile dello stesso anno si era insediato in città, nella carica di prefetto, dopo la nomina avvenuta il 6 aprile; proprio il giorno dell’omicidio di Pio La Torre, che aveva caldeggiato la sua nomina.
Dalla Chiesa, figlio di un generale dei Carabinieri e laureato, a Torino, in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, arrivò in Sicilia dopo aver ottenuto grandi successi, qualche anno prima, nella lotta al terrorismo e alle Brigate Rosse. Fu lui a fondare il Nucleo Speciale Antiterrorismo, per contrastare gli attentati dei brigatisti e il dilagante terrorismo politico degli anni settanta. Fu il governo Spadolini a nominarlo prefetto del capoluogo siciliano, nella speranza che potesse raggiungere gli stessi risultati ottenuti contro le Bierre.
Un mese prima del suo omicidio, Dalla Chiesa, in una intervista al famoso giornalista e scrittore Giorgio Bocca, manifestò tutto il suo rammarico per l’evidente carenza di sostegno e mezzi, promessi dalle Istituzioni; mezzi necessari per la lotta alla mafia che, nei suoi piani, doveva essere combattuta strada per strada, rendendo palese alla criminalità l’imponente presenza delle forze dell’ordine.
Pochi giorni prima di quel delittuoso 3 settembre, una telefonata anonima ai carabinieri di Palermo annunciava l’imminente attentato al generale Dalla Chiesa dicendo: “l’operazione Carlo Alberto è quasi conclusa, dico quasi conclusa”.
Ai funerali la grande folla contestò la presenza dei politici, ritenuti responsabili indiretti dell’attentato e la figlia Rita fece togliere le corone di fiori inviate dalla Regione Sicilia. Fu risparmiato dalle critiche soltanto il Presidente Sandro Pertini.